Pio La Torre:  primo esempio di lotta per la dispersione scolastica

 

arianna mandolfo

MANDOLFO ARIANNA

Docente e formatrice Esperta in percorsi di cittadinanza attiva

       

Alimentato dalla voglia di giustizia e assetato del sapere, decise sin da bambino di lasciare la terra come bracciante per dare valore ai libri perché soltanto lo studio e l’istruzione salvano dalla sottomissione.
Il colossale appetito del sapere rende Pio La Torre immortale: la conoscenza divenne infatti il suo più forte strumento per combattere ogni tipo d’ingiustizia. Riuscì, attraverso lo studio, a raggiungere il suo valevole traguardo, come quello di  dare voce al coraggio delle ipocrisie perché finalmente i contadini palermitani  potessero rivendicare i loro diritti in nome della legge. Sconfisse così ogni paura col coraggio delle verità ed fin oggi  testimone del valore prezioso dell’istruzione.
Pio La Torre è il primo ambasciatore del bilinguismo sociale: parlava l’ italiano e il siciliano perché sapeva tradurre la mancata libertà dei diritti negati. Con lui si supera l’analfabetismo civico e si attua la prima rivoluzione politica: aveva orbene il cuore di un prete e il coraggio di un mafioso. Come “la terra a tutti “ anche “l’istruzione  per tutti”.

È egregio anticipatore del fenomeno complesso della dispersione scolastica perché lotta contro ogni forma di  violenza sociale, alimentando il desiderio di scoprire le risorse personali di ogni uomo e le proprie attitudini. Non bisogna essere vittime dell’ignoranza, che è figlia della piaga sociale. Ecco perché sulle tracce di La Torre, la scuola italiana dovrebbe ispirarsi offrendo tutti quegli strumenti per prevenire ogni forma di disagio giovanile, dal bullismo alla microcriminalità, alla droga, alle condotte devianti di ogni tipo.

Non possiamo creare ulteriori omicidi sociali come il rischio di abbandono scolastico. Occorre intervenire con azioni di prevenzione, perché ogni minore non sia a rischio di devianza. Le risorse stanziate dal Pnrr per l’orientamento e contro l’abbandono scolastico rappresentano un’occasione, forse decisiva, per abbassare quel triste 12,7% di giovani italiani senza istruzione adeguata, con punte del 20% nelle due isole maggiori, Sicilia e Sardegna.
La difesa sociale è una videosorveglianza sui nostri giovani che non frequentano la scuola. Il delitto più grande è la dispersione scolastica, perché il diritto all’istruzione è l’unica condizione per poter esprimere le proprie potenzialità. Occorre agire con azioni di recupero che accrescono l’autostima dei giovani, creando condizioni che riducono la probabilità di abbandono della scuola. E rifacendoci alle parole di Pio La Torre “lo so, lo so che la dispersione scolastica sembra un’onda irrefrenabile … ma la dispersione si può fermare e noi la fermeremo”.

 

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