Alunni e docenti al rientro dalle vacanze: jet lag per una nuova visione della scuola

 

arianna mandolfo

MANDOLFO ARIANNA

Docente e formatrice Esperta in percorsi di cittadinanza attiva

       

Dopo il lungo viaggio delle vacanze natalizie, docenti e alunni dovranno puntare la sveglia per essere puntuali al suono della prima campanella.

Si ritorna ufficialmente alla solita routine, che se da una parte conduce ad azioni ripetute e meccaniche, dall’altra orienta verso quel ritmo di vita quotidiana ordinario. Durante le vacanze, per un po’ abbiamo tutti staccato la spina, garantendo al cervello una modalità stand-by necessaria per godere la tranquillità prima di poter affrontare l’ulteriore semestre scolastico. Il riposo aumenta la produttività e migliora sicuramente il livello di energia. Chi ha avuto la possibilità di andare in trasferta o in vacanza, ha potuto ossigenare le proprie abitudini disintossicandosi dal caos delle corse quotidiane. Quanto benessere di fronte ad un paesaggio innevato, alla bellezza di un mare in tempesta, alla serenità di un tramonto, alla gioia di una pattinata sul ghiaccio, alla discesa sugli sci in alta vetta, al calore della famiglia!

Adulti e giovani hanno potuto godere del diritto al riposo, al tempo libero, al gioco, superando l’assillo dei compiti quotidiani, mollando finalmente tutto.

Anche per i docenti uno stop alla correzione di compiti e a tutti i quotidiani aggiornamenti su registro online e maggiore valore del tempo per poter leggere un libro, ordinare cassetti e armadi o persino la cantina, cucinare piatti più sofisticati, andare a giocare a calcetto, guardare una serie in tv o passeggiare più a lungo all’aria aperta con il proprio cane.

Domani, per gli insegnanti e per gli studenti, il ritorno fra i banchi di scuola sarà probabilmente pesante. Eppure, appena varcato il cancello dell’edificio scolastico si ritornerà immediatamente alla realtà di ogni giorno, come se le vacanze non abbiano minimamente interrotto l’intervallo di tempo.

Per gli studenti il ritorno a scuola dovrebbe rappresentare una grande festa perché è negli ambienti scolastici che si fondano i più bei rapporti di amicizia. Se la scuola riuscisse a donare ai propri alunni il sapore della tranquillità, ogni allievo riuscirebbe a esprimere pienamente la propria personalità, creando il più bell’inventario di nuove esperienze che rimarranno indelebili per tutta la propria vita. I sentieri dell’educazione devono rimanere nell’album dei ricordi più belli.

Ogni alunno fra i banchi di scuola deve poter testimoniare la propria energia creativa, la propria disponibilità socio-affettiva, le proprie competenze consacrate dal più bel volto che è la gioventù. Gli studenti hanno il diritto di potere sognare orizzonti lontani, devono potere pensare con la propria testa e col proprio cuore. Gli insegnanti sono e restano i loro pilastri esistenziali. Il loro obiettivo non è soltanto quello di trasmettere i saperi, ma anche di progettare nuove frontiere per sconfiggere la dispersione scolastica.

Sorge una nuova logica educativa, che va adattata ai tempi per poter rispondere a tutti gli interrogativi dei nostri studenti. Per ottenere una risposta esaustiva delle aspettative dei ragazzi, occorre partire dai loro bisogni, dai loro interessi, dalle loro motivazioni. In questo modo si può assicurare un’alfabetizzazione compiuta alle generazioni future. La scuola è una tra le più belle opportunità che vengono concesse per instradare i saperi e i metasaperi. La logica del tutto uguale per tutti, però, non è efficace. Al contrario, serve promuovere una prospettiva per cui si danno a ciascuno le opportunità di cui ha bisogno per costruire le proprie competenze. È naturale che due ragazzi, magari cresciuti nello stesso ambiente, familiare o amicale, seguano indirizzi scolastici diversi, purché inclini alle loro abilità e non solo alle aspettative dei genitori.

Ogni alunno è un nuovo universo da scoprire e valorizzare sempre e per sempre.

 

fonte: https://www.altovicentinonline.it

    

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