La formazione incentivata per i docenti una delle novità della riforma pubblicata in Gazzetta Ufficiale. All’articolo 44 comma 1, lettera h, si legge della formazione in servizio del personale docente. Ha ottenuto l’approvazione definitiva alla Camera dei deputati, con 419 sì 55 no.
Formazione retribuita
Il PNRR istituisce, inoltre, un sistema di formazione per i docenti in servizio parallela a quella prevista dalla riforma Renzi e che include anche la possibilità di premiare i docenti. La partecipazione sarà volontaria e quanti supereranno con successo un percorso triennale potranno ricevere un premio in denaro.
A tal fine sarà istituita una Scuola di alta formazione con il fine di dare le linee guida all’attivazione dei corsi premiali per i docenti. Per finanziare la scuola era inizialmente previsto il taglio della Carte del docente, che nella riformulazione del testo è stata scongiurata, almeno fino al 2024.
I premi ai docenti saranno assegnati dal comitato di valutazione delle scuole e sulla base delle risorse annuali a disposizione.
La formazione è rivolta ai docenti di ruolo di ogni ordine e grado, è articolata in percorsi triennali a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024, include le attività le attività di progettazione, tutoraggio, accompagnamento, guida allo sviluppo delle potenzialità degli studenti volte a favorire il raggiungimento di obiettivi scolastici specifici e di attività di sperimentazione di nuove modalità didattiche e può anche svolgersi fuori dell’orario di insegnamento.
La partecipazione all’attività formativa avviene su base volontaria per la maggior parte dei docenti, divenendo obbligatoria solo per i docenti immessi in ruolo in seguito all’adeguamento del contratto. In esito al superamento delle verifiche previste (intermedie, con cadenza annuale, e finale) al docente è riconosciuto un incentivo economico.
Nella relazione tecnica al provvedimento, si evincono ulteriori passaggi.
Il governo ha effettuato una stima del numero potenziale di docenti di ruolo, che, a partire dal 2026, dopo un ciclo di formazione triennale e dopo aver superato l’esame finale, possono beneficiare dell’elemento retributivo una tantum di carattere accessorio, non inferiore al 10% e non superiore al 20% del trattamento stipendiale in godimento.
Il governo ha formulato una stima di massima del numero dei potenziali destinatari della misura di carattere contributivo una tantum di carattere accessorio dal 2026 al 2029.
Il governo conta di spendere nel 2026:
- circa 40 milioni di euro per 6.557 docenti destinatari dell’elemento accessorio una tantum al 15%;
- 85 milioni di euro nel 2027 per 13.934 docenti;
- 160 milioni di euro per 26.230 docenti;
- 236 milioni di euro per 38.689 docenti nel 2029.
Il calcolo del governo è stato determinato dalla media ponderata del trattamento stipendiale dei docenti, pari a 40mila euro lordi all’anno. I tecnici del governo hanno ipotizzato di conferire l’elemento retributivo una tantum nella misura percentuale del 15% (valore medio tra il 10 e il 20 % stabilito dalla norma) del trattamento stipendiale, corrispondente, dunque a 6mila euro lordi annui (dunque circa 500 euro mensili).
A beneficiare dell’incentivo sono i docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione individuale positiva secondo gli indicatori di performance, in base ai criteri stabiliti in sede di aggiornamento contrattuale (ai sensi del comma 8).
Il riconoscimento di tale elemento retributivo avviene in maniera selettiva e non generalizzata, sulla base delle valutazioni effettuate dalle singole istituzioni scolastiche.
Da chi saranno organizzati i percorsi formativi?
Sarà costituita una “Scuola di Alta formazione” nella quale confluiranno il lavoro di Invalsi e Indire e avrà il compito di: promuovere e coordinare la formazione in servizio dei docenti di ruolo, “in coerenza e continuità con la formazione iniziale nel rispetto dei principi del pluralismo e dell’autonomia didattica del docente”. Avrà anche il compito di assegnare gli accreditamenti agli enti che erogheranno i corsi.
Le tematiche previste:
- approfondimento dei contenuti specifici della disciplina di insegnamento;
- strumenti e tecniche di progettazione-partecipazione a bandi nazionali ed europei;
- governance della scuola: teoria e pratica;
- leadership educativa;
- staff e figure di sistema: formazione tecnico metodologica, socio-relazionale, strategica;
- l’inclusione scolastica nella classe con alunni disabili;
- continuità e strategie di orientamento formativo e lavorativo;
- potenziamento delle competenze in ordine alla valutazione degli alunni;
- profili applicativi del sistema nazionale di valutazione delle istituzioni scolastiche;
- tecniche della didattica digitale.
Le graduatorie dei concorsi ordinari (anche per la scuola secondaria), sono integrate, nel limite delle autorizzazioni di spesa previste a legislazione vigente e nel rispetto del regime autorizzatorio, con i candidati risultati idonei per avere raggiunto o superato il punteggio minimo previsto dal comma 15 del medesimo articolo 59 del decreto-legge n. 73 del 2021.
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